È nato a Benevento e risiede a Caserta. Laureato in Giurisprudenza. Ha lavorato in tanti settori, tra cui quello finanziario coprendo incarichi di rilievo. È giornalista-pubblicista. La silloge «Il mio tempo» è la sua opera prima,presentata al Galassia Gutenberg del 2010. Questa raccolta di racconti è la seconda.
Il mio tempo
L’ autore nelle sue pagine di liriche e pensieri traccia una riflessione impietosa e senza indulgenze, spesso dal retrogusto amaro, sui momenti belli e brutti, bui e felici, chiaroscuri di una vita comunque amata, sempre vissuta con slancio e, al tempo stesso con inquieto candore, mai perdendo la rotta dei sogni, di antichi e solidi valori, la misura del suo passo con l’umanità.
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Sembra, a tratti, quasi di ripercorrere idealmente con lui il cammino d’una vita. Tra ricordi, nostalgie, solitudini, tra il rimpianto di un passato felice e la speranza di un Tempo più giusto, il nostro Gennaro Liguori ci trascina, con dolcezza prepotente, nel Suo tempo. Tempo fatto di anni, e giorni, e attimi, tra dolori, assenze, scelte. Tempo che però è anche nostro, tempo condiviso, tempo popolato di presenze care, d’illusioni, di voci, di paure, di lutti e d’amori. E’ qui che risiede la potenza delle sue parole: v’è in esse quel potere (raro, rarissimo) di condivisione, la possibilità, per ogni lettore, di riconoscersi in esse. Di vibrare, d’emozionarsi, commuoversi. Con un linguaggio piano, rassicurante, il linguaggio proprio d’una confidenza sussurrata, d’un racconto ad amici dopo una cena calma, quando gli odori, i sapori, il calore sembrano confonderci e spingerci alla franchezza, Gennaro Liguori ci parla con autenticità profondissima. E c’è amarezza, a volte, nella sua voce (come nella magnifica “Terza età”), e c’è disincanto, e orgoglio e dolcezza (in “Antonio”, parole d’amore commosse al figlio), e fierezza, e consapevolezza lucida di sé. E c’è il dolore, quello estremo, in “La morte di mio padre”: ma non è dolore urlato, non è dolore esibito. E’ un dolore pudico, che sceglie per esprimersi parole delicate, che si lascia intuire, più che ascoltare, che si fa percepire, più che vedere. La lirica finale, sintesi d’un intero percorso, fonde amarezza e speranza, in un connubio dolcissimo. E con Lui, vorremmo anche noi “correre, correre per cercare qualcosa di diverso, prima di chiuderla, questa vita.”
Quelle del poeta Liguori sono pagine ricche di emozioni profonde, di tracce di momenti felici e dolorosi vissuti con grande forza e intensità. Un duro realismo pervade l’animo rassegnato del poeta che non sprofonda, però, in un cupo pessimismo grazie alla dolcezza dei toni lirici e alla speranza che gli antichi valori e i sentimenti più puri possano regalare una vita migliore, degna di essere vissuta. Accenti di grande pathos si fondono armoniosamente con espressioni leggere, briose, in cui il poeta non perde mai di vista la fiducia in una moralità che sembra sempre più scomparire tra le feroci regole del vivere quotidiano. Le poesie raccolte in questo testo permettono al lettore di osservare luci e ombre della vita del poeta quasi come se la sua esistenza fosse riflessa in uno specchio d’acqua in cui è possibile cogliere un animo provato, deluso ma estremamente limpido, puro.
La strada dei ricordi
Sono i ricordi a scandire il tempo dell’esistenza. Ognuno di loro svolge una parte importante nel costruire la persona dell’oggi. Vizi, virtù, qualità, tutto risiede nel passato.
I racconti raccolti in questo libro mostrano mille sfaccettature dello stesso uomo che giorno dopo giorno ha collezionato esperienze e ne ha fatto tesoro senza poter oggi guardare con indifferenza ciò che gli accade intorno; la sua non è una mera critica, ma uno studio della natura umana che trova spazio per la fiducia di un possibile cambiamento.
Una scrittura minimal, dalle parole semplici che mostrano anche il non detto è lo stile di questo autore che ha dedicato la sua vita alla scrittura.